Altri 97 nomi sono stati scritti sull’acciaio nel parco della Rimembranza a #Gorizia. Sono quelli di uomini e donne deportati in Jugoslavia da partigiani comunisti che volevano l’annessione delle terre giuliane al regime di Tito.
Persone di cui si sono perse per sempre le tracce e di cui era stato cancellato anche il ricordo in una gigantesca operazione di rimozione e omissione, come hanno denunciato oggi il presidente della Lega Nazionale di Gorizia, Luca #Urizio, e il vicepresidente della sezione triestina, Diego #Guerin, nel corso della cerimonia di inaugurazione di questo secondo lapidario, alla quale su delega del presidente Mauro Bordin ha partecipato il consigliere regionale Diego Bernardis, in rappresentanza del Consiglio regionale FVG.
Bernardis ha voluto sottolineare innanzitutto la grande vicinanza della gente, “con più di 150 persone che hanno voluto vedere con i loro occhi questa inaugurazione percependola come una operazione di verità, profondamente sentita dalla cittadinanza goriziana. Perché della verità – ha ricordato il consigliere – non bisogna mai avere paura”.
La cerimonia cade tra l’altro in una data importante, alla vigilia “di quel 12 giugno 1945 in cui, dopo 40 giorni di terrore titino, si concluse l’occupazione dei partigiani comunisti e infoibatori: una data che corrisponde alla vera liberazione della città di Gorizia“. Il consigliere ha quindi ringraziato “Urizio e tutta la Lega Nazionale per la caparbietà con cui non si sono arresi di fronte agli ostacoli e sono riusciti a portare a compimento questo nuovo monumento, che restituisce dignità alle vittime”.
All’inaugurazione erano presenti anche la sottosegretaria all’Istruzione Paola Frassinetti in rappresentanza del Governo, l’assessore regionale Sebastiano Callari che è intervenuto per conto della Giunta Fedriga, e il senatore Roberto Menia, artefice della legge che ha istituito il Giorno del ricordo per commemorare le vittime delle foibe e dell’esodo.