“Proprio perché le Uti si erano dimostrate un fallimento, si rese necessaria una riforma che superasse i limiti della LR 26 del 2014 che erano sotto gli occhi di tutti. Una delle criticità maggiori fu il mancato trasferimento del personale dalle Province, contemporaneamente smantellate dalla Serracchiani, alle Uti. I dipendenti non scelsero certamente di lavorare nelle Unioni Territoriali o nei Comuni, ma in Regione. Questa è stata l’eredità che ci ha lasciato il centrosinistra”.
Lo scrive in una nota il Presidente della Quinta Commissione, Diego Bernardis (Lega), contestando le dichiarazioni del Sindaco di Ruda, Franco Lenarduzzi, e ricordando come “le premialità per piccoli comuni siano oggetto di contrattazione su cui questa Amministrazione regionale ha impartito direttive chiare affinché vengano inserite, contrariamente al contratto in essere del triennio 2016-18, firmato da Serracchiani e da Panontin, dove non vi è traccia”.
“Tutti i passaggi per superare le Uti sono stati condivisi sia con l’Anci che con il Cal, infatti la maggioranza dei Comuni è stata ben felice di avviare un nuovo percorso”, aggiunge l’esponente della Lega.
“Solo uno strabismo politico può indurre a pensare che le Uti, calate dall’alto, siano sinonimo di ascolto, mentre la possibilità di associare i comuni in comunità sia sinonimo di verticismo. Peccato –conclude Bernardis- che Lenarduzzi nella bassa friulana orientale, non abbai ancora fatto nulla per organizzare una comunità”.