Bernardis, su confine italosloveno rispedire indietro clandestini e non gli italiani

“Sarebbe opportuno che il nostro Governo iniziasse a rispedire indietro le centinaia, se non migliaia, di clandestini provenienti dalla rotta balcanica e arrivati in Friuli Venezia Giulia dalla Slovenia. Noi non siamo confine esterno dell’Europa, per cui, ancor più in una situazione di emergenza come quella che stiamo vivendo a causa del coronavirus, è inaccettabile rinunciare a risorse importanti da destinare ai nostri cittadini per ospitare sedicenti profughi che non scappano da nessuna guerra ma, invece, ce la portano in casa”.

Queste le parole del consigliere regionale Diego Bernardis, che a proposito della chiusura dei confini fra Slovenia e Italia aggiunge: “Apprendo che i nostri vicini della Repubblica di Slovenia sarebbero pronti a utilizzare più pattuglie per controllare gli italiani che dovessero sconfinare, magari durante le passeggiate o i giri in bici domenicali. Seppur è una misura che definirei eccessiva, l’auspicio è che l’aumento dei controlli da parte della milizia slovena ai valichi meno frequentati possa servire a contrastare ancor più efficacemente il continuo flusso di presunti migranti che giungono in Italia, ovvero in Friuli Venezia Giulia, dalla Slovenia e che, nonostante una pandemia globale, sta continuando ad aumentare di portata”.

“I rapporti con i vicini amici della Slovenia sono ottimi e sono certo lo saranno ancor più in futuro – conclude il consigliere regionale Diego Bernardis – molte responsabilità a riguardo della situazione in essere ce le ha il nostro Esecutivo nazionale, che ha gestito l’emergenza coronavirus e la successiva fase della ripartenza in modo confusionario e poco chiaro, anche instillando legittime preoccupazioni agli Stati a noi contermini e che, dal canto loro, mettono in campo tutte le azioni necessarie per tutelare la salute dei propri cittadini”.

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